Terra Pane

Briciole, avanzi e piccoli bocconi. Fame antica, fame di vita

SINOSSI

Mechin è adolescente e con i genitori e la sorella Ghitina patisce tutta l’asprezza e la privazione della guerra in una piccola borgata nelle vallate occitane, al cospetto del Monviso. La sua è la fame di altri tempi, il freddo della montagna severa, il dolore di una maternità mancata. In uno spazio/tempo più complesso Clara, una donna di oggi, con una figlia di oggi, con un matrimonio di oggi, con una vita di oggi, cerca di trovare il senso e il motivo dell’angoscia che irrompe in lei e nella sua famiglia. Sua figlia Luna precipita nei meandri più freddi e affamati dell’anoressia. Un dolore che sembra non avere ragione d’ essere e che è talmente feroce da puntare all’annientamento. Clara non vuole che quella sofferenza trapassi tutti loro così, senza comprendere. E così inizia un viaggio, dentro quel dolore. Deve provare a capirlo e a sconfiggerlo e per farlo prova a risalire la sorgente, fino ai boschi della sua infanzia al cospetto del Monviso. Come in una sorta di grande purificazione necessaria in questo viaggio abissale e celestiale, le generazioni si attraversano nei luoghi in cui si possono trovare le loro tracce, nelle testimonianze e nei ricordi.

INCIPIT

Pane, ce n’era più poco. No, più niente. Granturco anche. C’erano briciole sulla madia. Le prese piano raccogliendole nell’incavo della mano e le mise nella scodella. Aveva fame, Mechin. Più fame del solito. Uscì con la vecchia coperta per mantella e, a passi lenti, salì verso la Slaço. Lì sul costone il cielo si allargava ancora, entrando dall’alto nelle baite e nelle stalle. Il petto era chiuso, il respiro lento. La neve aveva smesso, stanca anche lei. Raggiunse il posto dei larici. Gli alberi erano più alti di allora e adesso, quel tondo lì in mezzo ai tronchi, le sembrava molto più piccolo. Le nuvole erano sgombrate e da ponente tornava una brezza secca a far luce sulle stelle. Respirò quell’aria tersa e sentì calore. Una civetta vegliava. Appoggiò la coperta del militare sulla neve. Si girò su un fianco e appoggiò l’orecchio sulla terra. Le parve di sentire un pianto piccolo. Poi vi si coricò sopra pesante, per farlo stare zitto.

 

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