Interpretare

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La bellezza di scrivere e disegnare ascoltando musica: un dono del Maestro di musica alle scuole medie. A ogni lezione portava il suo piccolo giradischi e metteva su un concerto. Riuscivo a evocare paesaggi lontani e, una volta, ascoltando gli accordi fluidi de ‘L’après -midi d’un faune’ di Débussy, avevo scritto versi liberi e disegnato come non ero riuscita a fare mai. Il professore suonava il violino nelle file dell’orchestra dell’Auditorium Rai di Torino e c’invitava ad ascoltare tutti i concerti della Stagione Sinfonica. Una sera cantavano i ‘Piccoli cantori di Torino’ diretti dall’indimenticabile Roberto Goitre. Un colpo di fulmine. Tornai a casa e dissi ai miei: “Io voglio cantare con loro”.

Qualche mese dopo iniziai il corso di preparazione studiando il metodo del ‘do mobile’ che Goitre aveva messo a punto, ispirato dalla didattica di Zoltan Kodaly. In poco tempo la cartellina blu degli spartiti cresceva con brani che spaziavano dalla polifonia sacra di Palestrina, fino ai contemporanei Bartok e Poulenc. Ricordo con nostalgia tanti bellissimi concerti, anche all’estero, e la grande emozione di cantare al Teatro Regio per la ‘Passione secondo San Matteo’ di Bach e nel ‘Coro alla luna’ della Turandot di Puccini.
Poi, più grande, un altro incontro intensissimo con la ‘Corale Universitaria di Torino’ e il maestro Giovanni Acciai. Monteverdi, Marenzio, Vivaldi, Cipriano da Rore… Ricordo ancora oggi quando durante le prove del madrigale ‘Cor mio mentre vi miro’ di Monteverdi l’emozione fu talmente intensa che molti noi piansero commossi insieme al nostro Maestro per la bellezza e la potenza di tanta meraviglia.
Cantare in coro è stata un’avventura entusiasmante: una grande scuola d’ascolto, condivisione, integrazione, umiltà.
Poi, adulta, al canto mi sono dedicata sul serio studiando da solista con Anna Siccardi e Renata Colombatto parallelamente alla mia attività principale di copywriter e scrittrice. Dopo l’incontro con Danilo Pala, mio compagno d’arte e di vita, ho iniziato a ricercare un mio nuovo linguaggio, fino ad approdare al Jazz, un universo per me affascinante e irraggiungibile. Con pazienza mi ha sostenuto e guidato nel delicato passaggio verso la nuova intenzione vocale e ritmica dello swing e del tempo in levare, insegnandomi la tecnica d’improvvisazione e i fraseggi bebop. Ne è nato anche un metodo formativo che ho chiamato ‘doodup’ e che proponiamo per percorsi aziendali orientati al cambiamento e ispirazione verso il nuovo, esattamente come era successo a me. Oggi Danilo e io collaboriamo su diversi progetti. In particolare, con lo spettacolo Jazz&Storytelling che ho ideato narrando brevi testi ispirati ai grandi del jazz, interpretiamo alcuni degli standard più belli della storia della musica.

Jazz & StoryTelling

Alessandra Chiappero – Storywriter & storysinger
Danilo Pala – Art direction & Alto sax

Il racconto di attimi di vita rubati ai grandi autori e interpreti del Jazz e note che s’ arrampicano, senza un approdo certo. Dal palco ai backstage fumosi dei ‘jazz club’ newyorkesi. Progressioni sublimi, cadute potenti. La fatica di arrivare al giorno dopo, la felicità di un nuovo amore… Il Jazz, dentro le note

Una ricerca avviata da diversi anni con mio marito, Danilo Pala: insieme abbiamo vissuto in prima persona la profonda ricerca di ‘quel suono’: il nostro personalissimo e autentico modo di interpretare la vita e il mondo.
Le prime volte, quando sentivo i racconti delle vite estreme dei grandi come Parker o Coltrane, pensavo che l’essere una personalità difficile fosse un vezzo degli interpreti di un certo universo musicale. Poi, ho incontrato lui, musicista di grandissimo talento e, vivendo tanti anni insieme, ho sperimentato in prima persona la profondità e le difficoltà della ricerca creativa. Per questo, ho sentito di poter affrontare una narrazione profonda e inquieta, senza il timore di cadere nei luoghi comuni.
Il percorso ‘Jazz & storytelling’ si articola in una serie di brevi narrazioni originali scritte e ispirate dall’ascolto di brani di Charlie Parker, Billie Holiday, Chet Baker, Lee Morgan, alternate all’esecuzione di alcuni degli standard intramontabili della storia del Jazz.

Opera tutelata dal plagio su www.patamu.com con numero deposito 47372

La Parola Amore

Libere espressioni dell’anima di Alessandra Chiappero
Sound Paths by Althair
Alto Sax Danilo Pala

Sì, fidarsi del proprio istinto, connessi all’energia dell’universo, vivendo l’attimo presente. Non c’è da aspettarsi alcun risultato, nessuna sfida a fare meglio o bisogno di convincere chi ti ascolterà. Qui e ora c’è soltanto il tuo assoluto essere partecipe; istante per istante, aperto ad accogliere tutto il potere creativo della vita.
È nato così il progetto ‘La parola amore’. Un pomeriggio a casa del nostro amico Althair a improvvisare su alcuni tappeti armonici lasciando suoni e parole piovere dall’alto. Dal cielo, forse.

Althair ha abbozzato percorsi sonori e tappeti ritmici su cui improvvisare. Una ‘tabla’, un ‘bansuri’: belli, suoni che evocano terre lontane. Mentre ci prepariamo, lui controlla i livelli, ci chiede se vanno bene. Guardo Danilo che monta con delicatezza il ‘keever’ e sceglie un’ancia nuova. Poi prende il suo sassofono e lo aggancia al collarino nero. Lo tiene con cura, con un amore speciale. Ha imparato a tenere così anche nostra figlia, sulle ginocchia, e ad accarezzarla quando si era oscurata. È così che è rinata.

Un’ultima verifica del volume del microfono. Danilo e io ci guardiamo, osserviamo ogni nostro gesto e, in quell’istante, affidiamo all’improvvisazione del momento il nostro grido d’amore.
Le sue note si arrampicano verso l’infinito, mentre io libera davanti al microfono, lascio che affiorino parole lente e potenti. Un pensiero lo abbiamo avuto entrambi: è una preghiera per lei, nostra figlia. Danilo ora accenna un tema. Sono le note più belle che io abbia mai sentito. E io, lascio che parli la voce della mia anima. O forse, della sua. L’anima di nostra figlia Matilda. L’anima del mondo.

Opera tutelata dal plagio su www.patamu.com con numero deposito 47547

Padre, sei il contorno bianco di una nuvola
e il vento che la manda via.
Madre, sei il petalo di un fiore
che giocherà nel mio ventre, per sempre.
Per sempre.
Oh vita! Vita, lasciati danzare!
Che io sia riverbero perfetto di voi, del vostro amore.

E così sia.

Padre, tu che vai! Madre, che accogli.
Grazie, se sono nella vostra grazia.
Che io possa gioire felice.
Felice di voi. Da voi.
Nel vento, nel sole, nell’eterno divenire.



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