Ben Webster – Il Ponte

Suonare la mattina, quando l’alba grigia sfuma nel traffico

del ponte di Brooklyn è il mio momento speciale.

Amo buttare suoni storti sotto l’arcata, e poi sentire il riverberoche piove giù, e sa di ferro.

Sento il soffio fuori dalle chiavi che lascio aperte in piccoli spiragli.

Ci entra la luce del mattino e la voce è sfiancata,

pesta come l’aria di un vecchio mantice.

Flip Philips mi scoccia. Vuole il mio Balanced Action.

Dice che lo compra a qualunque prezzo.

Se avesse il mio sax, sì che avrebbe il mio suono.

Chissà, gli dico io, perso a guardare il mio amico Frank

avvolto nellacoperta, ormai ubriaco di essere lì, e senza un tetto.

Il mio sax resta qui, a cercare tra i sassi di questa piccola spiaggia

urbana il senso di un affetto che mi chiama da dentro.

Bello, tondo e senza sfiati.

 

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