La mia prima esperienza da songwriter? Da bambina ho fatto una canzone su una poesia che avevo dedicato a mio nonno. Una poesia che parlava delle stagioni della vita. Avevo da poco iniziato a scoprire la chitarra e su un giro di E min, E7, E6 e D ho cantato ‘Tu, come un albero antico’. Provai a registrare sul mio mangia cassette e fu una grandissima soddisfazione!
Scrittrice di professione e cantante per passione, scrivo e canto, canto e scrivo, sin da sempre. L’energia della narrazione e della musica sono per me sempre state di stimolo e ispirazione costante. L’una, necessaria all’altra. Dal canto gregoriano al Jazz, dal pop alla musica cantautoriale: un percorso espressivo e vocale che coltivo con passione e curiosità sin da quando nel 1972 ho incontrato i ‘Piccoli Cantori di Torino’ di Roberto Goitre. Un primo approccio con la lettura della musica grazie al rivoluzionario metodo del do mobile di Zoltan Kodaly e lo studio di un repertorio che spaziava dalla polifonia sacra di Palestrina, fino ai contemporanei Bartok, Poulenc, Caplet.
Negli anni successivi iniziavo a suonicchiare la chitarra ai collettivi della scuola, ispirata dai miei miti di allora: Joni Mitchell, James Taylor, Crosby Stills Nash Young, Carole King, Cat Stevens e, in Italia gli immensi Lucio Battisti e Mia Martini. Terminato il liceo nel 1980 ho iniziato a cantare nelle file della ‘Corale Universitaria di Torino’ sotto la direzione di Giovanni Acciai innamorandomi il repertorio madrigalistico Monteverdi, Marenzio, Vivaldi, Cipriano da Rore. La passione per la musica ha sempre nutrito e sostenuto la mia attività professionale di copywriter, formatrice e autrice che, negli anni successivi, ha assorbito grandi energie assieme alla cura dei miei figli, anch’essi appassionati di musica.
Negli anni 2000, iniziava per me la ricerca di un linguaggio nuovo, fino ad approdare al Jazz al quale mi sono avvicinata con la meraviglia di una bambina. Dalle arie antiche di Frescobaldi e Monteverdi ai fraseggi swing, al tempo in levare, a nuove storie d’amore interpretate con la massima libertà espressiva e vocale: un mondo per me affascinante e irraggiungibile. Billie Holiday, Sarah Vaughan, Anita O’Day. Ho raccontato in piccoli acquerelli narrativi la vita di alcuni dei più grandi interpreti del Jazz per un nuovo progetto Jazz & storytelling ( di cui racconto nella sezione ‘Interpretare’) e intanto continuavo studiare i testi degli autori dell’epoca come songwriter e come interprete.
Nel mio universo emotivo e nella mia ricerca si sono intrecciate le sonorità e i testi dei Mastri del bel Canto, i Lieder di Schubert, la Chanson Française, gli standard di Gershwin e le ballate di protesta di Woodstock che ho riascoltato da adulta, immaginando di vivere dentro a quell’esperienza potentissima che per me – ai tempi bambina – non fu possibile.
Negli anni ho scritto diverse canzoni e, fatto curioso, molte hanno dentro un sofà: un elemento che nelle immagini torna sempre in versione più o meno confortevole. In effetti penso, scrivo e canto seduta sul mio sofà che ho coperto di un giallo che mi accoglie. E così mi metto comoda al centro e prendo la chitarra. Le parole delle mie canzoni raccontano di controsensi, buffe abitudini, intuizioni, piccole scintille e grandi distese dell’essere. Sostanzialmente, di amore.
Molte sono in italiano; alcune in inglese. Di qualcuna ho composto anche la musica. Altre, aspettano un’ispirazione complementare.
Il mio canzoniere si chiama Yellow Sofà.