Paciulí

Due sorelle, profumo di borotalco e un perfetto acquerello di illusioni

SINOSSI

Cornici screziate, lavacri di marmo, roselline rampicanti: il casale di Poggio al Sole è un prezioso rifugio dove tornare, in fuga da un quotidiano inconsistente. È la grande casa che Lia ha voluto per trovare le sue radici. Forse, per dare senso alla sua vita. In questo modo ha salvato un rapporto al limite dello sfaldamento. Sonny, la sua amica d’infanzia, vi si ritrova ospite dopo alcuni anni per una breve vacanza, nonostante l’assenza di Lia, in visita a una lontana parente a Budapest. È in questi giorni che, sola con sé stessa e con il suo pancione, Sonny matura un disagio. Impercettibile, inspiegabile. Poggio al Sole in un lento piano di sequenze si trasforma e, da luogo incantato di spleen e memorie, diventa teatro di un malessere sempre più acuto, interrotto qua e la da strane telefonate di Lia. Allora gli oggetti che prima con la loro storia la riportavano a simpatici dèja vu, tornano a paralizzarsi nella fissità d’inutili suppellettili, fino ad apparire odiosi simulacri di una scelta di vita ipocrita. Affrontando le ombre della sua vita Sonny ha dato valore ai sentimenti, al rapporto col figlio, all’amicizia, all’impegno: perfino alla casa di ripiego dove vive con André, dopo la sofferta separazione da Marco. Gli eventi che precipitano verso un incubo inatteso, cancelleranno per sempre quel acquerello di illusioni.

INCIPIT

Ha già percorso almeno tre curve. Anzi, probabilmente sei, perché uscendo dal cancello, dopo avermi cercato ancora una volta con il sorriso triste di chi deve partire per forza, aveva inforcato la sinistra anziché la destra. L’ho visto sparire dietro un campo, seguito dal furore di un nuvolone di polvere; poi tornare in qua, verso la direzione giusta.

André non ha più guardato verso la casa. Ha tirato dritto. Per non stare troppo in pena, immagino. Certo, rispetto ad allora, è una solitudine molto diversa. Questa volta, tutti i sintomi sono quelli di un distacco amoroso. Voglio crederlo, anche se le rondini che vengono a tuffare un pezzo di pancia nella vasca di pietra mi fanno tornare quel terribile senso di vuoto sbigottito. E mi sa che fra un po’ piove.


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