Il titolo farebbe pensare a una spy story, invece si tratta di un romanzo industriale ispirato alla storia di Giustina & Co storica azienda metalmeccanica piemontese, oggi parte di una multinazionale, il gruppo francese Fives. A narrare novant’anni di vita aziendale è una voce insolita: una macchina utensile e, per l’esattezza, una rettificatrice a doppia mola. Miss B – così la chiama con affetto il suo inventore – consapevole del suo charme e forte della sua identità tecnologica, a cavallo degli anni sessanta si lascia alle spalle l’opulenta vita di provincia del Wisconsin e, sotto licenza, giunge in Italia al seguito del suo ‘talent scout’ Pietro Giustina. Sarà la voce femminile e ironica di Miss B a proporre ai lettori un insolito punto di vista del panorama industriale italiano e mondiale degli ultimi cento anni. La storia di un’impresa italiana e, soprattutto, dell’amore per il lavoro di tutti coloro che ne sono stati parte. Oggi, sotto il marchio Cinetic Giustina, Miss B rimane il prodotto di punta della gamma ed è preferita in tutto il mondo dai più importanti costruttori automobilistici. È grazie a questa storia, che sulle bozze dei nuovi contratti anziché la sigla R242, oggi gli uomini Giustina preferiscono scrivere un nome che evoca molto di più: Miss B.
L’attore Michele Placido ha curato la prefazione del romanzo scrivendo: ‘Con molta lievità Miss B attraversa un’epoca. È un’entità, uno spirito yankee che diventa piemontese; poi, dalla resistenza in alta Val Sesia sorvola la storia del mondo fino alla nuova migrazione industriale in Cina. Narra la tecnologia di un paese capitalista esportata in un paese comunista in piena guerra fredda, passando per la contestazione… Ci sono libri ‘ufficiali’ scritti per raccontare epopee di aziende che leggi con interesse ma non riesci a partecipare perché la storia e i personaggi rimangono là dentro; sono solo di chi si racconta. Ma, cosa succedeva fuori? Chi moriva, chi vinceva, chi perdeva? Alessandra, con Miss B, ce lo racconta con grande abilità.’
ESTRATTO
…Pietro si avvicinò con garbo e passò la mano lieve sulla curva della mia cappa; poi, girandomi intorno con sguardi bramosi, andò al sodo e chiese a Reginald referenze sulle mie mole e le tolleranze di rettifica nel caso di lavorazioni su bielle. Mi sentivo un po’ turbata – oggetto di quelle potenti curiosità – ma fiera e sicura di essere all’altezza delle sue aspettative…