Pensieri e parole creano la nostra realtà desiderata: lo affermavano già gli antichi maestri zen a proposito della teoria del Karma e lo confermano le più autorevoli tecniche cognitive ed evolutive contemporanee. Come agire il cambiamento? Come comunicarlo? Come radicare nuove consapevolezze e applicarle nella quotidianità? Come motivare sé stessi e i propri collaboratori a diventare autentici protagonisti nel raggiungimento dei risultati? Il linguaggio in questo senso è un potente operatore trasformazionale che definisce i contorni di un diverso intento verso tutto ciò che è innovativo ed efficace.
L’assetto e la centratura raggiunti grazie al recupero del passato, all’equilibrio sistemico e alla focalizzazione del futuro, permettono a un individuo, un’azienda, un sistema sociale di trovare l’equilibrio e la tensione perfetta da cui comunicare con efficacia. Non si tratta di diventare buoni copywriter, scrittori e oratori, quanto piuttosto di lasciar emergere quello che c’è, con parole semplici, vere e quindi, impattanti.
La comunicazione in quest’ottica da trasmissione d’informazioni diventa attuatrice del proprio progetto di vita, azienda, società.
Stiamo ponendo l’accento sull’essere piuttosto che sul fare. Da un ragionamento che presuppone l’azione per affermare l’esistenza, si passa alla consapevolezza dell’esistenza per produrre la giusta azione. ‘Comunico dunque esisto’ in questa accezione, diventa ‘Esisto, dunque comunico’.
Da un post a una relazione, da un sms a un romanzo. Perfino una lettera ufficiale può avere il gusto di una storia. Sì, perché dal proprio centro si comunica molto meglio: si è autentici, integri, si esiste. E così si costruiscono le relazioni, gli obiettivi e il futuro che piacciono davvero.
EDC. Esisto dunque comunico
Panico da foglio bianco? Parole al contagocce? Il linguaggio, soprattutto nelle relazioni professionali, ha spesso toni spenti. Le aziende ‘parlano complicato’. C’è formalità; in ogni caso, bisogna convincere l’interlocutore, parlare la sua lingua. E se questa comunicazione non crea la realtà desiderata per sé e per l’azienda di cui si è parte? Da un ragionamento che presuppone l’azione per affermare l’esistenza, si passa alla consapevolezza della propria esistenza per produrre la giusta azione. ‘Comunico dunque esisto’ in questa accezione diventa ‘Esisto, dunque comunico’.
Dal linguaggio del dire, fare, convincere, ottenere, si va a contattare uno spazio ‘flow’ dove la comunicazione esiste per ciò che è. Nello spazio del sé, nel tempo del ‘qui e ora’, nel rispetto dell’altro e delle sue opinioni. Una dimensione dall’infinito potenziale nella quale, senza condizionamenti della ragione e pretese di creatività, si manifesta il linguaggio EDC.
E così si costruiscono le relazioni, gli obiettivi e il futuro che interessano davvero. Da un post a una relazione, da un sms a un romanzo; perfino una lettera ufficiale può avere il gusto di una storia. La comunicazione in quest’ottica da trasmissione d’informazioni diventa attuatrice di un più grande progetto di vita.
La voce del Quore. Parole a segno
Sì, quore con la q. Ho definito quore quel particolare stato flow in cui, presenti a sé istante per istante, è possibile attivare le proprie energie migliori e un reale potere d’ascolto negli altri. A volte il linguaggio utilizzato nelle presentazioni o nelle situazioni ‘importanti’ della propria vita non crea l’attenzione desiderata. Perché?
Là dove è imperativo affermarsi, lottare, persuadere per realizzare un obiettivo, sembra difficile accettare che una comunicazione ‘non costruita’ possa portare al risultato desiderato. Eppure, non è applicando i criteri di una ‘best practice’ con frasi e concetti che seducono l’altro che si comunica in maniera efficace; obiettivo del corso è riconoscere e attivare il proprio potere personale nella presentazione dì sé. È dalla ‘postazione’ privilegiata della propria identità più profonda infatti, che si dialoga in maniera davvero credibile.
La voce del quore non ha regole; spesso, le infrange nella certezza che ‘ciò che emerge, è ciò che comunica’. Ha ritmo, identità e il sapore della verità che si fa ascoltare e costruisce futuro. Potente nella cultura del cambiamento, la voce del quore favorisce l’esperienza dell’ascolto, coinvolge e condivide emozioni creando intelligenza collettiva e soprattutto risultati concreti.
C brand
Questo workshop è dedicato all’importanza della comunicazione del brand; dal recupero delle sue origini storiche, all’analisi dell’impatto attuale anche rispetto all’allineamento con Vision e Mission aziendali. Studio grafico e semantico del brand anche attraverso attività di bench marking e creatività. Role play strutturale e team coaching con finalità di assessment e percezione del brand e dell’appartenenza all’insieme dei valori guida dell’azienda. Il percorso C brand prevede anche un’attività di Personal branding con studio di naming e visual, e relativa strategia di posizionamento.
Opifiction. Brand noveling
L’arte di narrare è una pratica sempre più apprezzata nella cultura dell’innovazione. Il linguaggio della narrazione ha una forza d’impatto straordinaria; veicola esperienze che hanno il merito di appassionare, condividere valori, creare fiducia e motivare le persone.
Narrare la propria storia aiuta a mettere i punti cardinali utili a cambiare rotta, verso nuove scoperte. Opifiction è una tecnica che si basa anche sul valore dell’ascolto. Il suo linguaggio ha una forza d’impatto straordinaria: appassiona, condivide valori, suscita emozioni e crea intelligenza collettiva. Focalizzare la propria ‘vision’ valorizzando l’energia della dimensione narrativa: il racconto del vissuto, la gestualità e le emozioni ridanno il senso della propria identità, delle radici e, per proiezione naturale, del futuro.
- Come individuare storie potenti?
- Come si scrivono? Come si raccontano?
- Come narrare di sé e della propria esperienza da un nuovo punto di vista?
- I luoghi e l’approccio che favoriscono un ascolto attivo: quale il segreto?