Offensiva Madre

Maternità e talenti: un’onda che uccide, un’onda che rivela

 

 

SINOSSI

Un’onda, un manoscritto e un sofà sono i tre elementi che caratterizzano la storia di Nina e che, come nel gioco della morra cinese, rivelano diverse possibilità sul senso della sua vita.
Nina è una scrittrice e giornalista, madre di due figli che si è trovata ad affrontare la furia dello tsunami mentre era in Thailandia per un’inchiesta sul turismo sessuale. Nell’impatto con l’onda, le sue certezze professionali e di madre sembrano essere state sciacquate via e, al suo rientro in Italia, Nina inizia a percepire in maniera sempre più urgente il bisogno di dare un nuovo significato alla parola ‘madre’, atterrita da quel monito imposto al mondo della madre di tutti, la natura. Finalmente dopo lo choc, Nina riprende a scrivere. La protagonista del suo ultimo romanzo Olivia, però non la convince del tutto e così, ancora molto turbata dall’esperienza appena vissuta, decide di riprendere le fila della storia e dei personaggi. Una sera per caso cercando nuova ispirazione su Internet, Nina è colpita da un nome che la intriga e così approda al sito di un editore francese. Inaspettatamente scoprirà la vicenda letteraria di sua madre – una donna altera che le è sempre apparsa distante e formale – e dell’editore che la incoraggiò a scrivere poesie sotto pseudonimo dopo la guerra. Un incontro dirompente con la tragica vicenda della propria famiglia d’origine e con il talento mai rivelato di sua madre.

INCIPIT

Delle olive ti piace il nocciolo. Andarci e mordere duro, prima ancora della polpa verde o nera. Il gusto viene dopo, come nella vita.
Essere sopravvissuta all’onda gigante in Thailandia, alla furia che sventra, ti ha riportato dentro l’origine. Il significato di avere una madre, l’hai trovato nei dintorni di Phuket il 26 dicembre di una mattina di normale, professionale, forse benestante disimpegno.

Tua madre. È lei che cerchi, da quando vivi. Ma l’hai sentita sempre eternamente altrove. Adesso sai che qualcosa hai percepito e forse proprio nel groviglio di capelli di una ‘barbie’ scampata all’onda: lì cominciava un filo. Quel giocattolo tanto perfetto che indossava persino pinne e maschera quando è stato travolto insieme a una poltiglia di palette, secchielli, sdraio, vite e verande. Con intere famiglie, villaggi, litorali, falde di continenti. Quell’onda ha inghiottito un pezzo della vita di tutti.

Opera tutelata su www.patamu.com con numero deposito 47368

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