Raccontare

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Una frase sgangherata, un gesto, uno sguardo. Se m’ispira, rievoco quell’immagine tutto il giorno per paura di perderla, fino a quando posso finalmente fermarmi e buttare sulla carta le prime righe di una nuova storia. A volte scrivo su un fazzoletto
o un biglietto del tram per catturare quello che poi racconterò; un gesto che mi obbliga a impegnarmi nei confronti di una nuova trama o di personaggio che, lo sento, mi vuole incontrare.
Sono certa, è così perché nella mia mente tutto ha già un titolo e un nome. Poi ci sono progetti, idee, nuove tecnologie e professioni. Ma anche mestieri antichi, ritrovati dopo strani cammini; frammenti di umanità rara e immensamente bella.

Ho iniziato così, scrivendo con due dita sulla ‘Valentine’ Olivetti che mio padre mi regalò per i miei dieci anni. Rossa, fiammante.
Era la mia ‘Ferrari da scrivere’; ci passavo intere giornate. A volte, costretta a giochi all’aperto da una mamma energica e salutista, non potevo far altro che rassegnarmi e allora, per dare un senso al pomeriggio, osservavo la situazione in ogni dettaglio per poi raccontarla da ‘inviato speciale’. Poteva diventare perfino una trama noir; era facile, bastava ‘fiutare’ una buona pista ai giardinetti. Un cane che non tornava, una tata dallo sguardo sinistro, una bici sospetta…
Ascoltare le storie degli altri, raccontare. Mi piaceva il ritmo delle parole che arrivavano da lontano, infilandosi nella mia vita, senza un perché. Parole al pennello. Allora, mandavo piccoli ritratti in rime al nonno che si divertiva, ravvivando la mia ispirazione con la sua complicità. Lui mi rispondeva con lunghe lettere, insegnandomi anche il galateo della punteggiatura e degli ‘a capo’.
In pagine composte e, perfino eleganti, mi raccontava la sua Vienna e delle passeggiate domenicali e la colazione da Demel a mangiare una fetta di Linzertorte, la sua preferita. Nessun errore di battitura, una scrittura di getto. Che ammirazione! Poi, una poesia più triste. Fu quando ebbi la sensazione che il nonno era ormai molto stanco. Da allora, le mie parole avrebbero raccontato il mondo dei grandi.

Identità

Raccontare un’azienda è un’avventura affascinante. Ho avuto la fortuna di farlo per tanti anni collaborando con alcune importanti realtà multinazionali: SKF Industrie, il Gruppo Fidia, Fives Giustina. Mi piace scovare l’anima che c’è dietro a ogni percorso utensile, in ogni meccanismo, in ogni incastro. Voglio raccontare la passione di chi ha sperimentato, migliorato, omologato. Osservo le facce, i gesti, le abitudini di chi inventa, progetta e produce tecnologia. E sto alla macchina del caffè per conoscere e ascoltare ogni persona, fuori dai ruoli e dal linguaggio delle competenze. Insieme, per scovare i sogni nel cassetto, i dubbi, le paure. Per tornare a ridere e conoscersi, dietro le corazze. Osservo le scrivanie, le foto dei bambini, i poster della montagna e dei gatti. Il progetto impresa confina con le nostre vite e riguarda anche il nostro spazio interiore. Perché dietro, ci sta un desiderio di felicità. Lavorare per la creazione di valore richiede impegno, dedizione e la serenità di mettersi in gioco. Per crescere, tutti.

La fabbrica è il luogo dove tutto si trasforma, dove elaborare il materiale dell’intuito e trasformarlo in strategie, parole efficaci, testi che convincono. Che vendono. La fabbrica è il luogo del business ma prima ancora della passione del fare, delle invenzioni, delle relazioni. A volte in officine e capannoni isolati in tetre periferie, scorgo la bellezza di un raggio di luce che addolcisce i profili di una macchina utensile, o le geometrie distratte dei cavi che si snodano per terra. Lì è l’incicpit di tutte le storie, persino quelle che iniziano sul battuto di cemento di una fabbrica. La comunicazione assume poi codici e linguaggi precisi e si modella in base alle esigenze del committente. Possono essere testi ‘corporate’, pubblicità di prodotti e nuove tecnologie, redazionali o, perché no, racconti e romanzi. In fabbrica ho potuto, grazie alla lungimiranza di un committente come Fives Giustina, sperimentare la libertà di raccontare 90 anni di storia aziendale affidando la narrazione a una voce insolita, quella di una macchina utensile.

Ho Raccontato

Collaborando con

  • SKF
  • Fidia
  • Giustina
  • BGS
  • Creativa
  • Baratti & Sanguinetti
  • Idea Work
  • Teorema
  • Marco Polo
  • Adam Integrated
  • Design News
  • Opera
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