Chet Baker – Il Vento

Non c’è spiaggia o bordo del mare dove Chet non si accovacciasse

come quando era bambino, a cercar conchiglie.

Il vento, tra i capelli.

Amava le spider e il motore su di giri lungo il viale e le palme di Malibu.

Fatto, perennemente fatto, a sentire quel brivido che dalla superficie della pelle

se lo portava dentro. Dritto incontro a sé e alla sua ispirazione più rossa.

Sì, rossa e folle, come la carrozzeria di quella Mustang piena di belle ragazze.

Pesta su quell’acceleratore, dannazione, come faccio io sui tasti della mia Conn.

Yeah, constellations.

Pestaci finché il vento tra i capelli fa quasi male.

E tu, Nancy, non ci provare mai più ad accarezzarmi la testa.

Lo può fare solo il vento. Nemmeno mia madre.

Perchè adesso ti fermi?

Che poi, tutte le note di Stan Gets, lui che soffia

potente dentro al tubo di quel dannato sax,

a me sembra che vanno via e mi viene incontro

solo la leggerezza del vento che scivola verso l’orizzonte.

Io e la voce della mia tromba. Leggera e opalescente, come la schiuma della risacca.

Senza più sabbia, né inutili conchiglie.

 

 

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